Codice di Procedura Civile art. 313 - Querela di falso 1 .Querela di falso 1. [I]. Se è proposta querela di falso, il giudice di pace, quando ritiene il documento impugnato rilevante per la decisione, sospende il giudizio e rimette le parti davanti al tribunale per il relativo procedimento. Può anche disporre a norma dell'art. 225, comma 2.
[1] Articolo dapprima sostituito dall'art. 33 l. 14 luglio 1950, n. 581, poi di nuovo sostituito dall'art. 24 l. 21 novembre 1991, n. 374, e infine così modificato dall'art. 72 d.lg. 19 febbraio 1998, n. 51, con effetto, ai sensi dell'art. 247 comma 1 dello stesso decreto quale modificato dall'art. 1 l. 16 giugno 1998, n. 188, dal 2 giugno 1999. Il testo precedente recitava: «Contenuto della domanda. [I]. La domanda, comunque proposta, deve contenere, oltre la indicazione del giudice e delle parti, l'esposizione dei fatti e l'indicazione dell'oggetto. [II]. Tra il giorno della notificazione di cui all'articolo precedente e quello della comparizione debbono intercorrere almeno tre giorni, se la notificazione avviene nella circoscrizione territoriale del giudice adito. [III]. Negli altri casi si applicano i termini di cui all'articolo 163-bis, ridotti a metà. Inoltre il pretore o il conciliatore può ulteriormente abbreviare fino alla metà i termini così ridotti, su istanza dell'attore stesa in calce alla citazione o proposta verbalmente nel caso di cui al secondo comma dell'articolo precedente. [V]. Se la citazione indica un giorno in cui non si tiene udienza presso l'ufficio giudiziario o la sezione di esso al quale il capo ha destinato la causa, la comparizione deve avvenire all'udienza successiva». Inquadramento
Secondo l’art. 311, il procedimento davanti al giudice di pace, per tutto quanto non appositamente regolato, è retto dalle norme relative al procedimento davanti al tribunale in composizione monocratica, in quanto applicabili. Sono poi stabilite norme particolari in tema di forma (art. 316) e contenuto (art. 318) della domanda, rappresentanza davanti al giudice di pace (art. 317) e querela di falso presentata in procedimento pendente innanzi allo stesso (art. 313). Querela di falsoQualora sia presentata querela di falso in corso di causa pendente dinanzi al giudice di pace, essendo questi funzionalmente incompetente a conoscerne, in forza dell’art. 313 il giudice, se riconosce la rilevanza del documento impugnato di falso e se il modo in cui l’impugnazione è proposta è conforme ai requisiti di ammissibilità di cui agli artt. 221 e 222, è tenuto a sospendere il giudizio ed a rimettere le parti davanti al tribunale per il relativo procedimento (Cass. I, n. 21062/2006). Spetta quindi comunque al giudice di pace, anche se privo della competenza a conoscere della querela di falso, autorizzare o meno la presentazione della querela sulla base del motivato esame delle condizioni di ammissibilità della stessa. È inammissibile il regolamento di competenza, su istanza del proponente la querela di falso innanzi al giudice di pace, avverso il provvedimento di sospensione del processo reso dal medesimo giudice agli effetti dell’art. 313, diretto a far valere l’inammissibilità della querela, giacché il controllo di legittimità, in tale ipotesi, è limitato alla verifica dell’avvenuta proposizione di querela di falso e che la disposizione non sia stata abusivamente invocata, spettando al giudice della querela l’esame delle questioni procedurali o sostanziali attinenti alla stessa (Cass. VI, n. 32818/2021; Cass. VI, n. 19576/2015). Si è affermato che la necessità che la querela di falso sia confermata nella prima udienza, prevista dall'art. 99 disp. att., sussiste soltanto nel caso di querela proposta in via principale, mentre non è necessaria ove la stessa sia stata proposta in via incidentale dinanzi al giudice di pace, con successiva riassunzione del giudizio di falso dinanzi al Tribunale, ai sensi dell'art. 313, atteso che, in tale evenienza, al querelante è noto che l'altra parte intende avvalersi del documento contestato (Cass. III, n. 196/2014). Qualora, poi, la querela di falso venga proposta nel giudizio davanti al tribunale in sede di appello avverso sentenza del giudice di pace, il tribunale può decidere su entrambi i processi con unica sentenza, come giudice di primo grado sulla questione di falso e come giudice di secondo grado sull'appello avverso la sentenza del giudice di pace, con conseguente autonomia dei mezzi di impugnazione, nel senso che la prima statuizione deve essere impugnata con l'appello e la seconda con il ricorso per cassazione (Cass. VI, n. 2525/2012). BibliografiaChiarloni, Il giudice di pace, in Le riforme del processo civile, a cura di Sergio Chiarloni, Bologna, 1992; Chiarloni, Giudice di pace, in Dig. civ., Torino, 1993; Proto Pisani, Il giudice di pace tra mito e realtà, in Foro it. 1989, V, 1 ss.; Rota, Il giudice di pace, in Le riforme della giustizia civile, a cura di Taruffo, Torino, 2000, 61 ss. |